In June, suoni tra elettronica e introspezione

Fabio Alcini

Il nuovo singolo degli In June, Dust Off, rappresenta un passo avanti evidente nel percorso della band. Dopo l’EP Collapse del 2024, il trio romano sceglie di inaugurare una fase più sperimentale, caratterizzata da sonorità cupe e da una produzione che punta a un equilibrio tra elementi elettronici e strumenti tradizionali.

Il brano si costruisce su un basso incisivo e melodico, accompagnato da percussioni dal suono netto e diretto. A questo impianto ritmico si sovrappongono le chitarre e una voce che sa alternare intensità e controllo. La produzione di Steve Lyon è riconoscibile nella cura dei dettagli e nella capacità di dare coerenza a un brano che unisce più livelli sonori senza risultare ridondante.

Sul piano testuale, Dust Off affronta un tema centrale: la necessità di non nascondere i momenti di sofferenza, ma di accettarli e renderli visibili. La canzone sembra voler restituire dignità a stati d’animo che troppo spesso vengono messi a tacere o trattati con superficialità. Il ritornello, con la sua dichiarazione “Everything is falling”, non è solo un grido di allarme, ma anche un invito a prendere atto della realtà senza negarla.

Questa nuova direzione non appare come una rottura improvvisa, ma come l’evoluzione naturale di un percorso che gli In June hanno costruito nel tempo. La band mostra di avere consapevolezza e di voler crescere, affrontando un suono più maturo e un contenuto che parla direttamente all’ascoltatore. Dust Off è un brano che non cerca soluzioni semplici, ma che mette in luce la complessità emotiva del presente.