Re Nudo è stato un sogno. È stato l’unico giornale underground italiano, il primo che ha fatto capire alle migliaia di suoi giovani lettori che il mondo stava cambiando e che loro potevano essere i protagonisti di questo cambiamento.
E quel sogno - iniziato nel 1971 - si stava trasformando in realtà pochi anni dopo, nel 1974, quando a Milano per la prima volta il Festival si è svolto al Parco Lambro. Erano anno in cui c’era troppa violenza per le strade, dove tutto era troppo politico e nessuno si occupava più della nostra – di noi giovani e giovanissimi - “vita privata” e dei suoi relativi problemi, nemmeno le formazioni extraparlamentari che andavano per la maggiore.
Al liceo lo leggevo. Mi piaceva il mix tra Mao e la libertà sessuale, la mescolanza tra il comunismo e il rock, tra test su Lsd e pacifismo. I “renudini” non facevano cortei, non scendevano in piazza, non avevano nulla a che spartire con la violenza degli anni di Piombo, con la lotta armata. Re Nudo era un calderone dove ribollivano, in una meravigliosa confusione, ingredienti underground con qualche rimasuglio di ciò che di buono era stato il Sessantotto. Era una specie di vademecum sulla ribellione. Pacifica, ovviamente.
Oggi Re Nudo torna, più attivo e moderno che mai, con la volontà di regalare un sogno e una nuova via all’underground. Un sogno nuovo, sia chiaro: perché il suo ritorno sulla scena culturale non è un’operazione nostalgia. E non può essere che così perché lo scenario è diverso: sono cambiati il pubblico, la cultura, la politica, i media, sono entrati in scena nuovi attori - gli algoritmi e le nuove tecnologie - e nuovi bisogni - tra i più urgenti, la salvaguardia del pianeta.
Anche Re Nudo - inevitabilmente - è cambiato. A restare identici la missione - dare voce alle culture underground, lontane dal mainstream che faticano a trovare spazi per esprimersi – e la ricetta - il mix tra cultura, impegno civico, sogni e creatività. L’intento è quello di muovere le nuove generazioni e quelli che (come noi boomers) non hanno tradito, a un ritorno al concreto e a un progressivo abbandono della cultura di consumo, a un rinnovato interesse verso tutto ciò che è alternativo, fuori dal coro e dagli schemi precostituiti.
Rivista, pagine social, sito web, libri e associazione costituiscono una sorta di polo delle culture, della storia, del sociale, con contenuti editoriali che rappresentano una visione del mondo alternativa “vera”, non quelle parodie grottesche di personaggi che si sentono underground perché non si depilano, si truccano o indossano abiti femminili.
Re Nudo lo troverete sempre lì, dalla parte del nuovo e contro la “normalità” quotidiana.
Non è un paese per giovani (e lo dimostrano i campi da padel)
Music is Over (La musica è finita e, tempo, possiamo spegnere la luce)
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