Immaginare ciò che ancora non esiste. Questo significa “fare arte”. La creazione artistica - sia un quadro o una canzone, una poesia o un videoclip - è un processo complesso dove le idee si sovrappongono, dove non si pongono dei limiti, perché arginare l’arte sarebbe come provare a chiudere il mare o recintare l’universo. Ma l’arte è davvero sempre libera?
«Quando parliamo di libertà artistica – ha detto Frank Zappa - talvolta ci dimentichiamo del fatto che la libertà dipende spesso da finanziamenti adeguati», tradotti gallerie, agenti, allestimenti, commissioni. Uno street artist è quindi più “libero” di un pittore o uno scultore che espone in una galleria? Non è detto, è bene però non scordare che quando un’azione dell’ingegno umano è pagata è un lavoro. Quindi, anche l’arte lo è. Ma l’arte, come in generale tutta la cultura, interessa a pochi. Soprattutto non interessa alla politica: nelle leggi di Bilancio i fondi previsti – quando vengono stanziati - sono risibili, il settore è il primo a dover fare i conti con tagli, sacrifici, minori finanziamenti e minori agevolazioni. Una disattenzione pressoché totale all’opera dell’ingegno, ci si accorge dell’arte solo quando “fa notizia”. Da alcuni mesi l’attivismo ambientalista ha capito che colpire un’opera d’arte conservata in un museo porta a riflettere al rapporto con le istituzioni. Al di là dell’opportunità politica e di comunicazione, i ragazzi di Ultima generazione, Just Stop Oil, Letzte Generation, Extinction Rebellion e tutte le altre organizzazioni hanno riportato le opere d’arte dalle polverose sale dei musei, dalle calamite per il frigorifero, dalle shopper museali alla nostra attenzione, alle nostre vite. A volte, un gesto che può sembrare vandalico e distruttivo, è vitale e creativo. E così l’arte è tornata alla ribalta come arma in difesa di questioni politiche e sociali.
Le immagini de I girasoli di Van Gogh ricoperta di zuppa, la torta lanciata sulla Gioconda a Louvre, e le altre opere d’arte imbrattate ci hanno permesso di provare un brivido: per un attimo, abbiamo pensato di non poterle rivedere mai più, così come presto potremmo non rivedere più i ghiacciai alpini, e come già non ci resta che il ricordo di una quantità impressionante di specie animali e vegetali scomparse. Si colpiscono opere immortali, e dunque “senza tempo”, per non accettare “la fine del tempo” che la distruzione del pianeta, a cui su tutto la crisi climatica rinvia, porta inevitabilmente con sé.
Inserisci le tue credenziali di accesso
Hai dimenticato la password?
Inserisci la tua email e ti invieremo un link per resettare la tua password
Clicca OK per procedere
L'email non è stata trovata nel nostro database
Registrati subito!
Modifiche avvenute con successo
Qualcosa è andato storto
Prima di continuare, si prega di inserire un indirizzo di spedizione valido
Via della moscova 40
20121 - Milano
info@humanbit.com