Nella società odierna vi è, tra i tanti temi tabù che non si sollevano per non scomodare le coscienze, quello del suicidio.
È un fenomeno, anche qui in Italia, purtroppo in forte aumento. Le cause? Senza addentrarci in radici psicologiche, si potrebbero addurre come principale causa dell'insano gesto un forte squilibrio psichico narcistico, scarsa autostima, ma soprattutto un forte disgusto verso il buon custome della società occidentalaccia.
Detto ciò, questa distorta visione del reale ha portato innumerevoli ragazzi e ragazze a suicidarsi, lasciando i genitori, amici, con un forte senso di vuoto.
Per fortuna, nella mia esperienza di vita, non ho mai avuto amici che hanno compiuto questo gesto.
Ma, nella storia della musica contemporanea, per esempio, vi è un ragazzo svedese, che nel lontano 2018, compì l'attaccio.
Il suo nome era Tim Bergling, in arte Avicii: semplicemente uno dei migliori disk jockey che la musica dance abbia conosciuto.
Tornando al tema generico in senso astratto, il suicidio rappresenta una forma di ribellione alla società del buon costume occidentalaccio (dove per costume si intende l'insieme dellebuone norme comportamentali, civili ecc.).
Detto ciò non significa che, in vita, non si possa mantenere una forma di ribellione stoicamente ispirata e atarassica nella sua costituzione identitaria.
La forma di ribellione più nobile è quella nata da una propensione artistica, ovvero questo rifiutar la crescita, che poi è un decadimento, verso il mondo adulto.
In conclusione, si può dire che questo fenomeno, così purtroppo dilagante tra i giovanissimi, visto dalla società del buon costume come un atto di resa e debolezza nei confronti dei propri desideri, non sembra arrestarsi.
Ma, ragazzi e ragazze che meditate questo gesto come liberazione da una realtà lavorativa tediosa, sappiatelo, non ne vale la pena. Darla vinta al bigottismo e ai pettegolezzi di provincia per l'oblio non è mai una scelta possibile.
Siate afffamati. Siate ribelli. Ma scegliendo la vita, vincente la morte.