Dal femminicidio alla guerra il passo è breve

Pier Mario Buttiglieri

Conoscere le vere ragioni per cui accade un femminicidio o scoppia una guerra sembra qualcosa di così scomodo che raramente ci si azzarda volerle conoscere.
Per conoscere ci vuole coraggio. Il coraggio è il contrario della paura. La paura è il sentimento dominante nella nostra società in tutte le categorie sociali. È lo strumento principale usato in tutte le organizzazioni dalla famiglia all’esercito per farsi obbedire da chi è incapace di essere autorevole per mancanza di autostima.
Infatti contrariamente al pensiero comune per partire all'assalto non ci vuole coraggio, anzi ci vuole una gran paura. Il coraggioso è chi non perde la calma neanche in cima a un burrone.

Capite bene che in una società dove i video che riscuotono maggior successo di pubblico e quindi di entrate pubblicitarie sono quelli in cui i protagonisti perdono la calma è ovvio che perdere la calma diventi il segreto del successo. Ma il successo di fama e di soldi purtroppo è l'altra faccia del fallimento psicofisico. 
Per vivere, come testimoniano cani e gatti che popolano le nostre case, basta poco. Troppa visibilità e troppi soldi comportano uno spreco energetico tipico del mondo umano, che non trova riscontro nel mondo animale e in quello vegetale. 

Sui territori palestinesi e israeliani il conflitto non è tra palestinesi e israeliani ma solo tra quelli che hanno paura e combattono. Quelli che non hanno paura non combattono.
Gli eroi sono quelli che non obbediscono all’ordine assurdo di combattere. Ma in tutte le nazioni del mondo eroi vengono considerati i combattenti e codardi coloro che si rifiutano di combattere.

E anche nelle famiglie l'uomo che alza le mani su una donna perché non vuole obbedire è considerato un eroe perché quando si sono sposati in chiesa si sono giurati fedeltà, ovvero obbedienza.
L’obbedienza non è più una virtù diceva Don Milani...ma purtroppo continua ad essere alla base di tutte le catastrofi sociali del presente.
C’è un’alternativa?