Rinascimento psichedelico

Marco Cappato

Cosa sono gli psichedelici? Sono una serie di sostanze come l’LSD, l’Ayahuasca, il DMT e altre ancora. Nel Dopoguerra, soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, erano diventate sostanze di consumo di massa, specie negli Stati Uniti con la controcultura.  Venivano utilizzate addirittura nei corsi all’università di Harvard con dei risultati eccezionali e si studiavano in psichiatria come farmaco contro la depressione.

Tutto questo fino a quando il fenomeno si è troppo diffuso ed è arrivato un lungo inverno di circa 30-40 anni con una proibizione assoluta su queste sostanze e anche della ricerca scientifica su di loro. Poi, qualche anno fa qualcosa si è mosso, gli scienziati hanno ricominciato a studiarle e ora siamo entrati in quello che si chiama Rinascimento Psichedelico: è ricominciata la ricerca scientifica ma anche l’utilizzo sia in macrodosaggi sia in microdosaggi. 

Forse avrete sentito di questa “moda” del microdosing per cui in certi ambienti come per esempio la Silicon Valley una piccola dose di LSD viene assunta un giorno sì e due no, senza dare allucinazioni, in maniera compatibile con la vita di tutti i giorni.

Io personalmente ho provato questa esperienza e la ricerca scientifica si è affermata in moltissimi campi in particolare nella cura della depressione, della sindrome post traumatica, sui malati terminali o anche per interrompere le dipendenze, come per esempio le sessioni di ayahuasca per uscire dalla dipendenza da alcool e tabacco. Non sono uno scienziato e quindi non affronterò l’aspetto scientifico di questo fenomeno ma l’aspetto politico. 

Sono oramai presenti centri di ricerca sulle sostanze psichedeliche negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Israele e in tantissimi altri paesi del mondo che stanno ottenendo dei risultati importanti.  In Italia no, perché se fai a Milano quello che si può fare a Londra e New York vieni messo in carcere. Questo è in violazione, a nostro avviso, come Eumans e Associazione Luca Coscioni, di un diritto fondamentale che è scritto nelle carte delle Nazioni Unite ovvero il “diritto alla scienza”, il diritto universale di ogni essere umano a godere dei benefici del progresso scientifico e delle sue applicazioni. Allora non si capisce perché se ci sono delle sostanze che hanno questa potenzialità e questa forza non debba essere possibile fare ricerca e potenzialmente anche goderne i benefici.

Dall’altro lato, l’errore più grande che si potrebbe fare nell’approcciarsi a queste sostanze sarebbe farlo come per le droghe che si conoscono, che sono legali ma fanno comunque decine di migliaia di morti ogni anno e anche alcune di quelle illegali come la cocaina. Quando parliamo di psichedelici parliamo di sostanze rispetto alle quali l’effetto dipende quasi totalmente dalla intenzione, dalla predisposizione mentale che si ha nel prendere quelle sostanze ma anche dalla volontà di trarne qualcosa dopo che l’effetto è finito, di approfondire quello che ci è successo dentro.

Altrimenti approcciarsi a queste sostanze con l’impostazione del consumo, del “bisogno”, dell’aver voglia di liberarsi del proprio ego può avere effetti fallimentari o semplicemente banalizzare quella esperienza. E questo rischio c’è perché quando sentiamo i titoli in borsa delle società che si stanno preparando, soprattutto negli Stati Uniti, investire in questo campo, sembra il grande affare dei prossimi anni e quindi insieme alla ipercommercializzazione può arrivare questa sorta di consumo automatico.

Un parallelo importante che fanno gli scienziati è quello con la meditazione. Chi fa ricerca sugli psichedelici, infatti, dice che le aree del cervello che vengono attivate sono simili a quelle attivate dalla meditazione, ovviamente con una potenza, anche chimica, di sconvolgimento delle sinapsi. Si può vedere il mondo e sé stessi un po’ da fuori e quindi, paradossalmente, sentirsene meglio parte perché non si ha il filtro dei propri pensieri e preoccupazioni. proprio come avviene per la meditazione. Gli esperti di meditazione spiegano che la performance è nemica di questa pratica: l’ego che vuole raggiungere un obiettivo ne fa fallire l’esperienza.

Un altro punto molto importante è quello politico e riguarda come la nostra mente è oggi sovraccaricata di stimoli rispetto ai quali la tecnologia ci dà già alcune soluzioni di un certo tipo.

Penso innanzitutto al tema dell’intelligenza artificiale, degli algoritmi ovvero del pensiero umano potenziato da un’enorme capacità di calcolo e di esame dei dati, che ci possono aiutare a scegliere meglio o ci possono manipolare nelle scelte che facciamo. L’intelligenza artificiale è basata sui dati, cioè su ciò che è già accaduto a noi stessi o agli altri. È una potentissima tecnologia di ripetizione e di previsione.

Yuval Harari, uno storico che ha descritto i rischi per l’umanità derivanti dalla iperdigitalizzazione e ipertecnologizzazione del cervello umano, sostiene che la meditazione può fungere come difesa da questa manipolazione tecnologica del nostro cervello, da tutte queste informazioni da cui veniamo bombardati e che il nostro cervello non è in grado di gestire perché si è formato decine di migliaia di anni fa e non ha fatto in tempo ad evolvere per adattarsi a questa ipersollecitazione di informazioni. Harari vede questo potere nella meditazione perché se si riesce a fare abbassare il livello del rumore esterno si riesce a tirare fuori qualcosa da dentro.

Gli psichedelici, con percorsi diversi, anche chimici, con una loro possibilità di studio, anche personalizzato in base a come è fatto il cervello di una certa persona, in base a che tipo di sostanza o terapia può essere il meglio per quella persona, hanno, all’opposto dell’algoritmo, proprio l’effetto di fare silenziare il rumore esterno, sconvolgere le connessioni delle nostre sinapsi cerebrali per qualche ora e lasciarci con una esperienza sulla quale riflettere dopo.

In un contesto così approfondito e di riflessione sulle potenzialità di queste sostanze, se riflettiamo su questo valore politico, relativo al dove sta andando la nostra società e al dove vorremmo che andasse (che non è sempre la stessa cosa) possiamo rilevare che queste sostanze possano aiutare molto.

 

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