Disegnare a occhi chiusi

Massimo Costantini

Oggi vi raccontiamo una sperimentazione artistica decisamente inusuale, ossia il disegnare bendati. Produrre arte ad occhi chiusi può sembrare una sfida impossibile o una provocazione dadaista, infatti l’oggetto artistico da sempre si rivolge naturalmente alla nostra vista, e noi lo apprezziamo e lo analizziamo in quest’ottica. Questa particolare sperimentazione invece si basa sull’esclusione totale del senso della vista e (inaspettatamente) questo processo stimola di fatto una maggiore carica creativa, poichè permette all’artista una libertà di esecuzione assoluta ed efficace che libera la fluidità del segno.

Abbiamo voluto personalmente provare a far vivere questa esperienza in sei occasioni e ambientazioni completamente diverse tra loro, con gruppi variabili di volontari da sette a trentacinque partecipanti, ogni volta con risultati assolutamente inattesi.

A occhi chiusi lo sguardo si spalanca verso il proprio interno e si attivano altri canali della nostra percezione, i disegni prodotti sono spesso stupefacenti e ribaltano le idee preconcette: immagini che nascono dal nostro interno, in cui la psicologia potrebbe sicuramente trovare importanti spunti di conoscenza della personalità dell’esecutore. Disegnare ad occhi chiusi è una pratica che libera da ogni vincolo ed apre infiniti orizzonti creativi, escludendo il controllo razionale esercitato dalla vista si mette  a soqquadro qualsiasi certezza. Interessante è anche la possibilità di fare sperimentare chi non ritiene di essere capace di produrre. Chi dice «non so disegnare», probabilmente intendendo dire che quello che tracciano sulla carta non corrisponde alle forme che hanno immaginato nella loro mente né a quello che hanno pensato di saper fare: ciò che la mano disegna non è paragonabile alle linee e alle forme che immaginiamo di essere capaci di rappresentare. In questo senso disegnare a occhi chiusi permette di condividere un’idea di uguaglianza di opportunità e abilità di base: eliminando un senso importante come la vista siamo tutti potenzialmente allo stesso livello.