La scelta di un luogo al confine tra Emilia-Romagna, Liguria e Toscana, su un terreno ostico formato da altopiani e foreste e lontano dal mondo industrializzato, sottolinea l’importanza del legame degli esseri umani con l’ambiente. L’insieme di attività proposte è autogestito da numerosi nuclei che faranno convergere diverse culture, tutte radicalmente underground, e unite da una matrice originaria: la musica psytrance. I due eventi originari infatti - Atlas e Taurus Connection - nacquero proprio con l’obiettivo di diffondere questo genere che promuove psichedelia e alterazione degli stati di coscienza. Chi volesse approfondire questo argomento sono in programma presso la Cultural Area incontri, talk, attività e condivisioni di esperienze, tenuti da appassionati e studiosi della materia. Rivolto a un pubblico di età compresa tra i 20 e i 35 anni, il festival vede la partecipazione di oltre quaranta artisti internazionali - provenienti da Francia, Giappone, Guatemala, Argentina, Svizzera, Austria, Messico, Spagna e altre nazioni - tra i primi a cercare di far convergere diverse culture underground, come psytrance e movimento freeparty, una fusion in passato considerata un’eresia. Il programma musicale è ininterrotto e si declina su tre stage, dalle 18 di questa sera alle 21 di domenica, mentre le altre attività si terranno solo nelle ore diurne. Ancor prima della location a rendere unico Atlas Connection è lo spirito che permea la manifestazione: le scelte artistiche non sono trainate da logiche commerciali, come dichiara Nico, uno degli organizzatori: «Escludiamo tutti quegli artisti che non vivono l’esperienza festival ma si limitano a esibirsi, essere pagati e andarsene, così come personaggi che, seppur influenti, sono umanamente sgradevoli». Non solo. Perché proprio con l’obiettivo di godere a pieno della musica, per il sound System ci si avvale del Lambda Labs, uno dei sistemi più potenti e all’avanguardia della scena. Atlas Connection non usufruisce di contributi né pubblici né privati, ma è interamente autofinanziato. La prima edizione ufficiale, nel 2017, venne organizzata a partire da una dotazione iniziale di cinquemila euro. Ma quel primo esperimento diede i suoi frutti e grazie alla favorevole accoglienza del pubblico il progetto di diffondere e far conoscere un genere musicale underdog è giunto fin qui, coinvolgendo sempre più appassionati, incluse le famiglie. Infatti, l’accesso è limitato a 2500 persone adulte (ingressi da 50 a 150 euro, a seconda del numero di giorni) ma non mancano apposite aree kids riservate ai bambini, che potranno divertirsi in totale sicurezza. Un’adesione ottenuta grazie anche al supporto delle comunità ospitanti e all’attenzione dei promotori sempre attenti a far sì che gli eventi si svolgano senza intoppi, anche se qualche incidente di percorso non è mancato: nel corso della scorsa edizione, svoltasi a Vialfrè, un piccolo comune della città metropolitana di Torino, gli organizzatori sono stati multati per una difformità rispetto alle prescrizioni ambientali emesse su un’area di un’ex pista da motocross.
Una curiosità: la stessa area è stata riqualificata anche attraverso i contributi dei festival (Taurus incluso) organizzati in quello spazio.
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