Il movimento delle Street Parade contro il decreto anti-rave

Chiara Di Niccolo

Smash Repression è il movimento alla base dell’organizzazione delle street rave parade che decine di città come Milano, Firenze, Bologna, hanno ospitato nelle scorse settimane.

A suon di tekno, Smash Repression ha manifestato pacificamente contro ogni forma di repressione e ingiustizia. Il movimento nasce dopo l’emanazione del decreto anti-rave, ed è fondato e formato da persone antifasciste, antirazziste e transfemministe che, già dal 17 dicembre, affollano le piazze italiane per opporsi a tutte le privazioni di libertà e diritti. Consigliamo di seguirli sulla loro pagina instagram seguendo questo link, per rimanere aggiornati sui presidi ed eventi futuri.

La street parade di Bologna del 22 aprile ha aperto le danze a una serie di recenti manifestazioni, per mostrare un dissenso generale che va ben oltre quello contro la nuova legge anti-rave.

Come affermato anche nel manifesto di Smash Repression Milano, la repressione contro cui manifestiamo non si riduce a quella che ha colpito la cultura dei free-party con il decreto anti-rave. Il movimento nasce, anzi, per sottolineare che si tratta di quella stessa limitazione ultra-autoritaria di dissenso generale, il cui spettro

“Si allarga a dismisura, andando a colprire chiunque pratichi condotte non conformi agli obiettivi di mercato, per ridurre ulteriormente l’agibilità di ogni forma di lotta, radicalità, dissenso e socialità spontanea. [...] Non si limita ai rave, ma va a colpire tutte le forme e gli spazi di socialità libera e autodeterminata [...] Continua a uccidere i migranti in mare e a farlo nelle carceri, gioca sulla pelle delle persone non etero cis. [...] Reprimendo chi decide di lottare e chi alla lotta non ha alternative”.

Abbiamo manifestato contro ogni genere di violenza e odio, e abbiamo trovato nell’arte il mezzo perfetto per farci sentire.

Alle manifestazioni di Milano e Bologna abbiamo visto due magnifici eventi autogestiti. Abbiamo percepito il grandissimo impegno degli organizzatori e degli allestitori di tutti i carri, ognuno dei quali era un’autentica opera d’arte di denuncia sociale, con poster e decorazioni d’impattto.

Abbiamo visto migliaia di persone danzare insieme per degli ideali comuni, e visto come le arti abbiano il potere di unirci contro le ingiustizie. L’arte di certo non cambia il mondo, ma è sicuramente un’ottimo modo per disturbare.

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